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Red, Cleveland Play House

Giovedì, 22 marzo 2012

Di: Christine Howey
Fonte: revandpan
Tradotta da: Klaudia62
Redatta da: Marcy

Potresti, ad un certo punto della tua vita, esserti chiesto come ci si deve sentire dentro la mente di un grande pittore. Bene, probabilmente si dovrebbe stare attenti a ciò che si desidera. A volte può essere un luogo oscuro e minaccioso.

Nel totalmente travolgente Red di John Logan, ora in scena alla Cleveland Play House, siamo introdotti nel cranio febbricitante dell’espressionista astratto Mark Rothko. Ed è un viaggio di 100 minuti che vola attraverso due attori, nei panni di un vecchio Rothko e del suo giovane assistente, che si scontrano riguardo alla pittura ed alle questioni etiche e morali che sono presenti nell’arte contemporanea.

Se ciò vi suona secco e soffocante, niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Rothko inizia lo spettacolo come un trangugiatore di alcol, sagra sbuffante di un fumatgore di sigarette, e rimane così fino alla fine. Ma nonostante il suo aiutante Ken sia inizialmente intimidito dal leggendario artista, il giovane poi cresce nelle sue stesse forti e sarcastiche opinioni.

Ed ecco quando davvero volano scintille in quest’opera vincitrice di un Tony Award, quando Ken sfida Rothko riguardo alla sua famosa commissione di un murales per il ristorante Four Seasons al Seagram Building. Rothko arde per la necessità di sfidare la comodità borghese che vuole “fermare il tuo cuore” con i suoi dipinti.

Ma è anche attratto dai soldi che questo lavoro può fargli guadagnare, ed è Ken alla fine che lo richiama a questo. Chiamando Rothko “romantico”, rimprovera a Rothko di aver posto i suoi supposti tragici lavori, molti dei colori del sangue essiccato, in un luogo di consumismo viziato. Questo porta all’epilogo che ben riecheggia il Rothko degli ultimi giorni.

Sotto la direzione ferma ed intelligente di Anders Cato, gli attori sono semplicemente splendidi. Nei panni di Ken, Randy Harrison traccia abilmente il percorso del giovane da subalterno tremante ad un futuro pittore sicuro di se’. E Rothko è perfettamente e pienamente incarnato da Bob Ari, che fa uscire le battute caustiche di Logan con abilità perfettamente modulata.

Quando Ari/Rothko parla di quanto siano “vive” le sue tele in confronto alla pittura figurativa, concentrandosi sull’intersezione dei colori, ti senti trasportato in un mondo diverso e affascinante. E quando spiega il suo studio oscuro dicendo “La natura non funziona per me, la sua luce non va bene”, hai quasi voglia di andare a casa e sbarrare le tue finestre.


Tormentato dal nero della morte, colore che lui teme, i dipinti di Rothko per il Four Seasons, dispongono di una gamma di colori marroni e terra di Siena. Questo viene rappresentato da una riproduzione di un dipinto che domina il palco fin dall’inizio.

Ma ciò che realmente travolge la scena di questa notevole produzione è la mente di Rothko. Come disse una volta “gli artisti cercano disperatamente tasche di silenzio in cui siano in grado di attecchire e crescere”. Red offre queste tasche insieme ad incredibili folate di conversazioni, di riflessioni e argomenti che vi faranno girare la testa molto tempo dopo che il sipario sarà calato.



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