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"The Broadway Beat" RED, George Street Playhouse, February 12

Giovedì, 16 febbraio 2012

Di: Gil's
Fonte: gilsbroadwayblog
Tradotta da: Silvia
Redatta da: Marcy
L'opera vincitrice di Tony Award, Red, debutta questo mese nel New Jersey alla George Street Playhouse con un’eccellente produzione. L'opera di John Logan, che racconta due anni di vita del pittore espressionista astratto Mark Rothko, è stata premiata con il Tony Award come Opera Migliore due anni fa.

Red si svolge nello studio newyorkese di Rothko alla fine degli anni '50, quando al pittore vennero commissionati una serie di murales da appendere alle pareti del Four Seasons Restourant, al Seagrams building di New York. Red è un opera costruita su vari livelli. Da una parte è la storia di un insegnante e uno studente, dall'altra è la storia di un uomo che cerca di sostenere ciò che lui crede che l'arte sia, e come invece nessuno la veda veramente come la vede lui, tantomeno artisti "pop" come Andy Warhol. Su un altro livello, il testo mostra l'equilibrio instabile che intercorre tra gioventù e vecchiaia, di come un giovane inesperto diventi competente tanto quanto il suo insegnante. Ed è anche il racconto di un uomo con molti demoni, che parla di un suo eventuale suicidio come se questo fosse l'unico modo in cui la sua vita possa finire. E' interessante notare che Rothko era un pittore di strati, con sottili strati di pittura stesi sopra altri strati sottili di colori diversi, così che quei colori fossero a volte visibili attraverso gli altri strati. Logan ha sapientemente creato un'opera in linea con il modo in cui Rothko creava la sua arte.

Rothko è interpretato da Bob Ari, che ne da una rappresentazione ben pensata e pienamente concreta, in cui Rothko è pomposo, egoista, pieno di sé, egocentrico e fermo sulle proprie convinzioni, ma profondamente spaventato dal gruppo di giovani artisti che appare ora sulla scena. Certo, lui potrebbe digerire in fretta questi individui data la sua convinzione che non abbiano niente in comune con lui, ma lui, e noi, sappiamo che c'è soprattutto una paura di ciò che è impetuoso e di tendenza che lo porta invece a disprezzare questi nuovi artisti. E' da dire che Rothko si trova in un momento della sua vita in cui pensa che praticamente nessuno tranne se stesso sia degno di guardare, e tantomeno possedere, uno dei suoi dipinti. E' convinto che tutti considerino i suoi quadri come semplici prodotti, e che nessuno riesca davvero a percepire il dolore e la bellezza nel suo lavoro.

Il suo assistente, Ken, interpretato da Randy Harrison, inizialmente ha timore di Rothko, ma nel corso dei 100 minuti di rappresentazione, e il periodo di 2 anni che l'opera copre, comincia a mettere in discussione le idee di Rothko riguardanti ciò che un pittore è, e cosa i dipinti rappresentino, e finalmente contrattacca Rothko verbalmente in un emozionante monologo sul finale dell'opera. Questo discorso, sapientemente gestito da Harrison, dimostra a Rothko quanto davvero sbagliate siano le sue opinioni e come il giovane artista emergente sia in realtà molto più consapevole rispetto a lui. E' solo in questo momento che Rothko inizia davvero a considerare Ken come suo eguale.

Entrambi gli attori sono così appassionati nelle loro performances, non solo per il modo in cui rendono i personaggi, ma anche per la scena in cui dipingono il primo strato su una tela, così come il modo in cui gestiscono il dialogo a volte difficile. E mentre la performance di Ari risulta stratificata, è proprio il personaggio di Harrison che si sviluppa maggiormente durante lo spettacolo. Silenzioso e insicuro all'inizio, acquista poi sicurezza e fiducia in se stesso.

Intensamente diretto da Anders Canto con le luci di Dan Kotlowitz, che danno vita ad una scena incredibilmente luminosa alla fine dell'opera, Red è in scena fino al 26 di Frebbraio.



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