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The Habit of Art

Sabato, 24 settembre 2011

Di: Trish
Fonte: toto_too514
Tradotta da: Robin
Redatta da: Marcy

Habit of Art non potrebbe essere più diverso da Tommy neanche a provarci! Il fatto che a me siano piaciuti entrambi egualmente dice molto non solo sulle persone talentuose coinvolte, la dice lunga anche sull’abilità di Randy di accettare non soltanto ruoli duri, ma anche vari!

Temo che molto di quello che dirò sarà molto simile a ciò che la mia amica ha già riportato, dal momento che eravamo sedute sullo stesso lato e per una buona parte del tempo quando “Tim” non è sul palco abbiamo intravisto Randy solo di sfuggita.

Il teatro ha buone dimensioni, può ospitare poco più di 200 persone, ma era lo stesso molto “intimo”, così come aveva detto la gente allo Studio Theater. E c’era solo una manciata di posti vuoti. Il set era nel suo caos invitante per gli occhi. Era organizzato per mostrare lo stile di vita disordinato e casuale del poeta Auden, meraviglioso nei suoi dettagli. Dischi in vinile – sì, dischi VERI – includendo quelli di Peter Grimes, Maurice Chevalier, e quello che presumo fosse di Noel Coward facevano capolino dietro i libri, piatti, e vestiti sparpagliati…Ma è stato costruito anche per apparire come un palco in corso per una “commedia nella commedia”, con piccoli segni che indicavano dove il “bagno” e il “lavello” sarebbero stati installati e la scala a chiocciola che portava ad un piano superiore dove Britten suona il piano.
Inoltre, le tazze, le cartellette usate dai direttori artistici, le sedie, tutte avevano la sigla “NT” del National Theater. L’attenzione per il dettaglio è stata fantastica.

Oh, e un altro grande dettaglio…Invece del tradizionale segnale rosso USCITA sulle porte qui in America, quello del “corridore” verde britannico è stato posizionato sulla porta dove gli attori entravano ed uscivano. Mi ha fatto sorridere così com’è successo in un viaggio in Irlanda di alcuni anni fa, quando abbiamo scattato una foto stupida mentre imitavamo l’omino che correva vicino alla porta di un museo! ;p

Ad ogni modo…Il tema delle prove è continuamente rinforzato dal piazzare entrambi i tavoli del direttore artistico e dell’autore nell’area di fronte al palco. Gli attori e gli “attori” usano lo spazio per salire e scendere dal palco.

Randy è comparso la prima volta portando una bicicletta in spalla, indossando la giacca di una tuta Adidas grigia con strisce giallo fluorescenti, scarpette da ginnastica grigie, mezzi guanti di pelle, un casco da corsa e portando uno zainetto arancione.
Quando è entrato, era un po’ accaldato e dava l’impressione di aver potuto benissimo pedalato fino al teatro…Aveva una striscia attorno ad una gamba dei pantaloni per evitare che s’impigliasse nella catena della bici.

Mi è davvero piaciuto Randy nei panni di Tim…Ha definitivamente trasmesso il disagio che Tim avverte non solo verso la propria età – durante una pausa Kate la direttrice gli domanda se abbia messo del trucco. Lui arrossisce molto e risponde con qualcosa come “solo un po’.” Vedete, lui dovrebbe avere 29 anni, e nonostante tutto dovrebbe interpretare un giovane “gigolò.” LOL! Ma Tim è anche un po’ stupito dagli attori veterani sul palco, credo. E’ stato molto dolce mentre ha chiesto quietamente se avrebbero fatto la scena del “pompino”…Bisbigliando, in modo che il ragazzo che faceva la parte del coretto non sentisse.
Di sicuro, l’attore che interpreta Fitz non ha nessun problema a dirlo forte e chiaro…Quindi ognuno domanda, “Charlie sta bene?”

“Stuart” fa la prima apparizione con addosso la sua giacca di pelle, sembrando piuttosto evasivo e domandando di Mr. “Owden” (l’accento cockney di Randy era superbo!), spiegando che doveva essere lì per le “dieci passate”. Ma Auden non è lì, c’erano solo due persone che cercavano di ripulire l’appartamento. Stuart è preoccupato e vuole che loro facciano in modo che Auden sappia che lui è arrivato in orario. Stuart vuole restare ed aspetta, perché ha “clienti ed appuntamenti anche lui”, quindi Randy si siede pesantemente sulla sedia più vicina…Ma Boyle, l’uomo che sta pulendo si oppone, poiché ci sono oggetti e…Macchine da scrivere nell’appartamento! LOL!

Stuart ritorna più tardi ma, prima che lo faccia, Henry, che interpreta Britten, spiega che i gigolò venivano riconosciuti dalle piccole borse che portavano con sé per l’olio da massaggio, gli asciugamani e altri accessori. Loro passano a Tim una borsa in rete che assomigliava ad una bottiglia d’acqua, un pacchetto di cracker e una bandana rosa…Quindi Stuart ritorna con la sua borsa, ansioso di ripetere di essere arrivato in orario.

Mentre aspetta, ascolta Auden e il suo biografo che discutono di Robert Frost e poi aggiunge “E Phillip Larkin.” Tutti si girano a guardarlo confusi, chiedendogli se lui sia Stuart. Lui risponde impacciatamente “No. Mi spiace. Io.”, spiegando che avevano studiato Larkin per l’esame di maturità. La frase ottiene una bella risata dal pubblico, ma è importante perché erige parte del tema che vediamo più avanti, che da gigolò Stuart non avrebbe potuto essere possibilmente abbastanza acculturato per conoscere quelle nozioni. Randy, nei panni di Tim, appare sufficientemente insultato.

A Stuart non va giù il biografo Carpenter, e mostra la sua impazienza non stando mai fermo sul palco. Alla fine dice chiaramente che dal momento che Auden è troppo educato per chiedere all’altro di andarsene, lo farà lui e dice essenzialmente a Carpenter di andarsene…Questo dà a Stuart un senso compiaciuto di auto-importanza.

Lui e Auden arrivano a discutere dei loro “affari”, Stuart chiede se debba spogliarsi, perché “potrebbe piacerti”, ma Auden dice che si perderebbe troppo tempo. Stuart è sorpreso di non essere quello che debba eseguire il “pompino”, perché, sapete, “di solito è il contrario.” Auden gli chiede perfino come dovrebbero farlo e Stuart risponde che lui in genere si inginocchia…Ma che non funzionerà per Auden.

Qui è quando Randy si arrampica sulla sedia con la schiena rivolta al pubblico e fa cadere i jeans per mostrare quegli adorabili boxer neri! La scena adesso ritorna alle prove quando l’autore interviene con una domanda sul perché facciano togliere i pantaloni a Stuart, dal momento che lui sente che nell’ultima scena uno Stuart completamente nudo sarebbe più d’effetto…Fitz si lamenta del dover vedere i “flaccidi, ma sicuramente non sconvenienti genitali” di Tim, al che Tim risponde di poter fare qualcosa riguardo la parte sul flaccido. La folla piuttosto entusiasta si è divertita molto con queste scene.

L’autore della commedia, che stava osservando le dinamiche ancora una volta interrompe le prove per chiedere quanto le scene si stiano spingendo in là, perché non le ha scritte in questo modo. Il direttore artistico dà di nuovo la sua risposta adesso scontata, “Ne parliamo domani.” Guardare Randy nel ruolo di Tim rispondere a queste interruzioni con una miriade di espressioni facciali è stato magnifico. Gli occhi che roteavano, gli sbuffi dalle guance, le sopracciglia confuse…Fa tanto col suo personaggio anche quando non c’è molto da fare!

Finora Auden ha deciso che è troppo tardi per qualsiasi tipo di pompino, e lui e Stuart parlano di piselli…Incluso il come Stuart abbia una schiera di clienti migliore lavorando all’Università rispetto a quando lo fa alla stazione dei pullman, e quanti dei suoi clienti non siano circoncisi. (Ce n’erano più alla stazione che all’Università), e Stuart è strabiliato dal fatto che si possa tenere una conversazione civile sui piselli!

Dopo un’altra interruzione per il biografo Carpenter, che ha un attacco isterico sul suo ruolo nella commedia, osservare nuovamente Tim roteare gli occhi e scuotere la testa di fronte le sue pagliacciate è stato fantastico. Ma quanto il dialogo riprende, abbiamo il primo segno del lato umano di Stuart…Non sopporta di essere chiamato gigolò, perché è ciò che fa, non chi lui è.
Stuart esce dal Primo Atto mentre Britten va via, fermandosi per chiedere ad Auden della sua faccia rugosa (ha una malattia chiamata Touraine-Solente-Gole), dicendo che lo faccia apparire distinto. Fitz ha in realtà richiesto che venga realizzata una maschera con le sembianze di Auden. E’ probabilmente una delle maschere più spaventose che io abbia mai visto, grandiosa per Halloween! E tutti gli altri attori la scrutano a bocca aperta, con incredulità.

A questo punto nella commedia abbiamo lo scambio più continuo tra i personaggi Auden e Britten senza ritornare all’opera teatrale interna, sebbene in un certo istante Fitz si addormenta e gli altri, Randy / Tim incluso, vengono tutti davanti al palco per ridere.

Il Secondo Atto comincia con Donald nelle vesti di Carpenter, che ancora coraggiosamente sta cercando di portare il suo personaggio ad un maggiore impatto recitando gli altri talenti del biografo, il quale sgambetta sul palco con una parrucca bionda “cotonata”, e un lungo vestito da sera blu notte, suonando Doris la Dea del Vento con una piccola tuba! L’intero cast è basito, con le bocche spalancate.

Le prove ricominciano dallo stesso punto dove il Primo Atto era stato lasciato con un botta e risposta piuttosto ampio tra Britten e Auden, dove discutono della nuova opera di Britten, con la quale è venuto da Auden per chiedere aiuto…Significa che Randy è fuori dal palco nel ruolo di Tim. Se ne sta tranquillamente seduto leggendo da una specie di iPad, forse manda qualche messaggio, beve dalla sua bottiglia d’acqua, occasionalmente scambia occhiate e sorrisi con gli altri attori che entrano e escono dal palco. Gioca con i suoi capelli e, con un gesto “alla Justin”, si mordicchia il pollice con mente assente.

Carpenter rientra in azione lagnandosi che è grazie alla sua biografia se questi uomini sono ricordati. Questo porta alla discussione dei contributi dei drammaturghi e dei compositori in opposizione agli attori. Ad un certo punto il direttore artistico menziona qualcosa “che Alec ha fatto.” Tim chiede “Alec chi?”, NESSUNO gli risponde davvero, ma gli riservano sguardi d’intesa e lui scuote la testa e dice, “Oh.” (Si stanno riferendo ad Alec Guinness.)

Randy si prepara per la trasformazione da Tim a Stuart indossando la giacca di pelle e facendo qualche esercizio di riscaldamento, piegamenti sulle ginocchia e contorsioni facciali…Non molto dissimili da quelle che ho visto fare a Randy prima di Margaret, A Tyger’s Heart.

Quando Stuart ritorna è come se Britten si stia preparando ad andarsene…Dice che il suo prossimo cliente gli ha detto che dovrebbe ritornare perché Auden era un grande uomo, quindi è eccitato e animato ed esclama che avrà qualcosa da raccontare ai suoi nipoti. Auden dice che dipende dal quando Stuart avrà nipoti. Stuart risponde “Oh sì, questa è solo una fase”, mentre scuote le spalle e agita le braccia.

Ma Auden continua e chiama Stuart gigolò, motivo per cui Stuart richiede rabbiosamente di non essere chiamato così. Va avanti descrivendo il suo ultimo cliente, un perfetto gentiluomo inglese, con libri e “dipinti veri, non stampe”, ed anche lampade, basta che vi immaginiate un tipico studio inglese. Stuart non riesce a credere che l’uomo gli abbia detto di ritornare da Auden, mentre si gira esamina l’appartamento, chiedendo piuttosto incredulamente il perché dovrebbe ritornare a questo “mucchio di merda.”

A questo punto Fitz domanda all’autore se non abbia dato a Stuart troppa umanità…Il cast e Randy gemono per il ritardo, e Tim chiede se abbia interpretato la scena in maniera sbagliata.

Quando le prove vengono riprese, Auden abbandona la stanza e lascia Stuart e Britten insieme. Il lavoro di Randy è ottimo, facendo sembrare Stuart sulle spine mentre parla con Britten…Nonostante lui lo consideri più normale e il “Tu non puzzi.” E’ qui che Stuart si rivolge al pubblico per la prima volta, spiegando che le cose alla stazione era molto più semplici, visto che non dovevi parlare.

C’è una scena commovente dove Carpenter domanda a Stuart cosa potrebbe offrire a Britten, dal momento che molti dei ragazzi che erano con lui avevano qualche genere di talento musicale. Ma lui replica che tutto ciò che Stuart può offrire è il suo pisello. Stuart replica con tono abbastanza abbattuto “Non credi che io lo sappia?”

Britten lascia il palco ma l’attore ritorna nel ruolo di Boyle il servitore, portando la cena ad Auden, che la offre a Stuart. Aveva l’aria di una cotoletta di pollo impanata, che lui comincia a mangiare mentre con fare compiaciuto agita il suo bicchiere a Boyle per avere del vino. Boyle porta la bottiglia ma di proposito non versa un bicchiere a Stuart, Stuart invece se lo versa da solo, riempiendolo fino all’orlo. Offre a Boyle un sarcastico “Buonanotte”, con la bocca piena e un sorriso maligno sul viso.

Stuart mangia, nel frattempo Auden prosegue la conversazione, domandandogli della sua innocenza, sulla quale Stuart risponde ingenuamente “Innocenza di cosa? Non ho fatto niente.” Quando gli si chiede se lui se la prenda con qualcuno per la sua attuale situazione, ancora una volta osservando l’appartamento, Stuart vuole sapere se sia Auden a farlo. Arriccia anche il naso mentre si guarda intorno e si lamenta del fatto che nessuno dovrebbe puzzare. Allora si indirizza al pubblico per la seconda volta, dichiarando che vorrebbe aver avuto la lungimiranza di fare più domande su questi grandi uomini, giacché lui adesso è arrivato a sapere esattamente chi fossero.

A questo punto Fitz, nei panni di Auden, argomenta che la commedia dovrebbe finire con Auden che recita una delle sue poesie, ma l’autore spiega che questo è il momento in cui Stuart, come Caliban, ha bisogno di terminare la commedia. Visto che Fitz ha interrotto di nuovo, il cast, adesso completamente spazientito, si lamenta e sbuffa, si lagna per l’interruzione. Randy si gira altrove tenendosi la testa e poi strofinandosi la faccia con le mani in preda alla frustrazione.

Stuart affronta il pubblico una terza volta, mentre Auden interrompe un’altra volta…Lasciando tutti sul punto di perdere le speranze, scuotendo le mani in aria in completa frustrazione. Quando finalmente concordano che la scena debba continuare, Tim chiede, “Mi tolgo i vestiti?”, Auden è seccato, dicendo che nessuno guarderebbe da nessun’altra parte, ma nonostante ciò l’autore insiste che bisogni farlo perché è la maniera in cui Stuart si mostra come Caliban, “Questo è tutto quello che ho.” Kate dice ancora una volta, “Domani.”

Stuart allora recita un sorprendente e toccante monologo, implorando i grandi uomini della stanza affinché lui possa “figurare”, lui dovrebbe importare, anche se è solo un gigolò. Vuole sapere le cose che sanno loro; piange per il fatto che “non sa nemmeno cosa non sa.” Implora di essere lasciato entrare, di avere il permesso di unirsi a loro.

Randy era così appassionato nel muoversi da un uomo all’altro, pregandoli del fatto che lui valesse qualcosa e supplicandoli di essere preso in considerazione…Mi si è bloccato il respiro nel guardarlo. Quando tutti gli girano le spalle dicendo di non poterlo aiutare, lo sguardo di disperazione sul viso di Randy mi ha ridotto alle lacrime. La commedia nella commedia termina quando Stuart se ne va, mentre Britten suona Show Me The Way To Go Home

Gli attori cominciano a fare i bagagli e ad andarsene, Tim si ferma per domandare a Fitz se starà bene e poi invita Henry al pub. (Questa scena gioca sull’idea che come Britten, Henry chiedeva di prendere Stuart come uno dei suoi ragazzi.) Tim afferra la giacca, il casco e la bici e loro lasciano il posto.

L’ultima scena appartiene a Kate, mentre sforna sentimentalismi sugli attori, i teatri e gli autori e spegne lentamente le luci mentre guarda amorevolmente il palco…Perché a discapito di tutte le sue frustrazioni, lei ama davvero il teatro e probabilmente non vede l’ora che sia domani.