Venerdì, 5 febbraio 2016
di: Michael J. Roberts
Fonte: chicago.gopride.com
Tradotto da: Klaudia62
Redatto da: Marcy
Michael J. Roberts di ChicagoPride.com ha incontrato Randy per scoprire come abbia ottenuto uno dei più grandi ruoli del teatro musicale e di come la sua vita sia cambiata nel decennio e mezzo dalla messa in onda di Queer as Folk.
MJR : (Michael J. Roberts) Complimenti per aver acchiappato il ruolo di Emcee!
RH: (Randy Harrison) Grazie Michael. Cabaret è una produzione davvero incredibile ed io sono così fortunato da farne parte.
MJR : Come sei arrivato al ruolo di Emcee?
RH: Ho sempre amato la produzione di Cabaret di Sam Mendes e l’ho visto tre volte, due delle quali con Alan Cumming ed una con John Stamos quando la Roundabout fece il primo revival negli anni ‘90. Così, quando ho sentito che stavano andando in tour di nuovo, ho fatto il provino. Lasciate che vi dica che è stato un processo piuttosto lungo.
MJR : Con quale canzone ti sei presentato al provino?
RH: Willkommen. Mi hanno fatto provare anche buona parte del dialogo introduttivo con la musica. Poi, ho avuto un incontro con il coreografo ed ho imparato i passi. Poi sono dovuto tornare e rifare tutto di nuovo. E poi ...ho ottenuto la parte! Sìì!
MJR : Come ti prepari mentalmente per affrontare quella particolare parte in uno show che è così emotivamente connesso?
RH: E’ qualcosa che si accumula lungo tutto il corso dello spettacolo. All'inizio della produzione ho passato dei bei momenti perché il mio lavoro è quello di essere il mediatore con il pubblico. In quanto Emcee devo assicurarmi che essi abbiano una reazione specifica, e che si divertano. Ma fino a quando non abbiamo avuto la prima prova con la tecnologia ed i costumi non avevo davvero sentito la potenza cumulativa di quello che succedeva a queste persone. Sono dovuto andare via dal palco e piangere, e non riuscivo a smettere. Anche ora che ho già fatto diversi spettacoli, non ha ancora smesso di farmi effetto.
MJR : Come ha reagito il pubblico allo spettacolo?
RH: La cosa incredibile è che tutta la mia interazione è con il pubblico. Loro sono il mio partner di scena. Parlo con loro, cerco di fare in modo che loro parlino con me, esco tra gli spettatori, ballo con loro ...e per la maggior parte del tempo, a causa delle luci, io non riesco mai a vederli. Quindi io parlo con il pubblico per le intere due ore e mezzo di spettacolo e l'unica volta che arrivo davvero a vederli è proprio alla fine della produzione, perché alla fine vengono illuminati. E’ lì che posso finalmente vedere la loro reazione. Quel momento per me è straordinario.
MJR : Chi ti ha diretto nel nuovo tour di Cabaret?
RH: Sam (Mendes) e Rob (Marshall) hanno visionato le mie prove tramite video, ma è stata soprattutto Cynthia Onrubia, che è direttore associato di Rob Marshall e coreografa, che mi ha diretto. Giuro Michael, Cynthia ha l'anima dello spettacolo nelle ossa. Ha fatto parte della creazione del revival iniziale nel 1990 e ha messo in scena tutti i rimontaggi e le riprese da allora. Lei è incredibile.
MJR : Che cosa rende Cynthia una così grande regista?
RH: Penso che sia per il fatto lei conosce così bene lo spettacolo che è stata in grado di darmi questa struttura chiara ed un contenitore per svolgere questo ruolo, ma mi ha comunque permesso di mettere il mio proprio marchio su di esso. Cynthia mi ha permesso di portare la mia umanità, il mio senso dell'umorismo, le mie idiosincrasie e le mie opinioni nella parte, sapendo che avrebbero reso la struttura ancora migliore.
MJR : Pensi che il musical sia più rilevante ora di quanto lo fosse quando debuttò negli anni ‘60?
RH: Si. Ho appena finito di leggere "The Making Of Cabaret" che racconta tutte le varie produzioni teatrali e il film. Sam (Mendes) ci direbbe che lo spettacolo fingeva di essere ciò che non era quando debuttò nel 1966, e che si presentava più come una commedia musicale che nella sua attuale incarnazione. Credo davvero che con il tempo l’abbia raggiunta e abbia liberato la storia.
MJR : Allora, adesso parliamo del rivoluzionario Queer As Folk!
RH: Sì, non posso credere che siano passati sedici anni da quando cominciammo le riprese. Un sacco di gente parla ancora dell’impatto che ha avuto sul loro "coming out". E' stato davvero rivoluzionario in questo, Queer as Folk ed i Sopranos hanno cominciato realmente a cambiare il modo in cui gli show televisivi sono poi stati prodotti per le reti via cavo.
MJR : Quali sono alcuni dei ruoli che desidereresti interpretare sul palco?
RH: Mi piacerebbe recitare Vanya e Hedwig. Alcune delle mie esperienze preferite sono legate al recitare in lavori di Samuel Beckett. Ho avuto la possibilità di interpretare Lucky in “Aspettando Godot”, ho anche partecipato ad una grande produzione di “Endgame” e ci sono altri ruoli scritti da lui che mi piacerebbe affrontare.
MJR : Allora, cosa ti aspetta dopo Cabaret?
RH: Beh, sono molto interessato a sviluppare nuovi lavori ed io lavoro molto con giovani scrittori. Ho anche appena creato e diretto una nuova serie web che ho girato in autunno che ora è in post-produzione e si chiama "New York Is Dead".
MJR: Grazie Randy per aver dedicato del tempo a questa intervista.
RH: Grazie Michael per avermi posto delle belle domande. Venite tutti al Cabaret!!!!!
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