Di: Larry Murray
Fonte: GAYBERKSHIRES
Tradotta da: Francesca
Redatta da: Marcy
C’è stato un party dopo la rappresentazione, ed è stata una rara occasione per incontrare gli attori e mischiarsi con loro. I fan di Randy erano presenti in forza, dato che molti di loro sono diventati regulars del BTF. Alcuni hanno viaggiato per lunghe distanze per essere lì.
Io ero al tavolo del cibo quando ho visto un tornado di gente che si avvicinava. Si scattavano foto, la gente era eccitata… molti ospiti hanno abbandonato ciò che stavano facendo e si sono avvicinati al loro obiettivo come moscerini intorno ad una luce, ed erano così tanti che non si riusciva a scorgere l’oggetto delle loro attenzioni. Ho immediatamente capito che si trattava di Randy. Lui causa sempre una grande agitazione quando viene riconosciuto. E questa è infatti una delle ragioni per cui spesso indossa un cappello e un abbigliamento anonimo quando è in pubblico.
Randy Harrison è diventato famoso per il ruolo di Justin nella serie della Showtime, Queer asFolk, che è durata 5 anni ed ha avuto molto successo. Anche se l’ultimo episodio è stato trasmesso nel 2005, la serie è stata ritrasmessa dalla Logo, è uscita in DVD ed è stata re-editata l’anno scorso per esser trasmessa in Canada, tutte cose queste che hanno continuato a diffondere il suo (di Randy, ndr) nome e la sua immagine. All’inizio la Showtime indirizzò la sua serie ad un target di uomini gay (e, in un certo senso anche alle lesbiche), eppure una buona fetta di pubblico alla fine era composto da donne etero. E queste erano certamente nel gruppo di sue fans l’altra sera.
Nel frattempo, Harrison ha lavorato molto per assicurarsi che la serie TV non lo incatenasse in uno stereotipo, e per tornare alle sue vere radici che sono appunto nel teatro. Recita da quando era molto giovane. Questa è l’unica cosa che sa fare per guadagnarsi da vivere. “A parte la recitazione, mi hanno licenziato da ogni lavoro che ho avuto. Mi hanno licenziato come cameriere, addetto alle borse, segretario temporaneo in diverse compagnie, e anche come addetto al catering. Non so fare altro che recitare,” mi ha detto.
La performance della scorsa notte prova che ha fatto la scelta giusta, e siamo noi che ne traiamo beneficio. Sul palco con attori più anziani e con più esperienza come David Adkins, Jonathan Epstein e Mia Dillon, lui si è fatto valere eccome. E’ interessante che Keir Dullea, marito di Mia Dillon, fosse tra il pubblico ieri, perché egli ha una carriera simile a quella di Harrison. Ha iniziato come rubacuori nei film Hoodlum Priest e David and Lisa, e continuato col ruolo di David Bowman ("Please close the pod bay doors HAL,") in 2001 Odissea nello Spazio. Oggi ha più di 70 anni ma lavora ancora ed è ancora molto affascinante.
Però la folla non circondava Keir, ma Randy. Ancora una volta avevano assistito ad una delle sue profonde performance mozzafiato, ed erano anche state ricompensate da una scena in cui sua madre lo spoglia parzialmente. Ma non vi eccitate. Si vede molto meno di ciò che si vedeva nella serie della Showtime.
Quando ci siamo incontrati, abbiamo parlato del suo ruolo nel portare più gente a teatro. Molti dei suoi fan della scorsa notte sono la prova che i suoi inizi gli hanno fornito più pubblico ora che si dedica al teatro. Probabilmente avrà firmato cento programmi l’altra sera, e anche fotografie, T-shirts e roba simile per fans che erano tra il pubblico solo perché c’era lui sul palco. E non è solo in questo. Tutto ciò ha una lunga tradizione al Berkshire Theatre Festival. Infatti Kate Maguire, direttore artistico, ci ha detto che anche Richard Chamberlain ha giocato un gran ruolo nel portare più pubblico al teatro, e lei gli parla spesso sperando di poterlo riavere con sé magari anche la prossima stagione. Egli ha avuto il ruolo del Dottor Kildare in una serie TV dal 1961 al ’66, ed è stato visto recentemente su Desperate Housewives, Nip/Tuck, ed è ovviamente ricordato per la serie Uccelli di Rovo.
Harrison, che ha appena compiuto 30 anni, è felice dell’evento e dice “non vedo l’ora di compierne 40 e anche 50. Ci sono un sacco di bei ruoli che potrò fare. Il fatto di aver lavorato su Shaw, Ibsen, e Beckett qui è fantastico. Voglio recitare Zio Vanya quando sarò più vecchio, ma non è qualcosa che reciterei ora. Perciò dove mi vedo? Sono più soddisfatto artisticamente col lavoro che ho fatto in questi ultimi 5 anni. Perciò ciò che voglio è continuare così, far soldi per pagare l’ipoteca e recitare.”
Mi sono chiesto se l’approccio alla sua carriera, in certo qual modo lento, ma che si muove costantemente, è qualcosa di calcolato e deliberato. “Bé sì, lo è, anche se lentamente. Non è una carriera particolarmente calcolata, con idee preordinate. E’ più un riconoscere che ho differenti passioni ed interessi, ed un provare a inseguirli tutti. In modo lento ma sicuro, sembra che io stia diventando più attivo, più soddisfatto e più maturo. Mi piace occuparmi di progetti con amici, ed ho passato più tempo facendo musica, nulla più del karaoke al Berkshire, anche se è stato divertente finché è durato.”
Quando ho intervistato Randy nel 2008, mi ha detto che al tempo non aveva interessi nel teatro musicale. E’ stata una sorpresa visto che ha avuto molta esperianza nel campo (è stato nella produzione di Broadway di Wicked). La conversazione si è poi diretta verso Matt McGrath, che ho intervistato per Caroline in Jersey e per la creazione ancora in corso di una versione musicale di Tales of the City di Armisead Maupin, presentata lo scorso mese in una versione da palcoscenico al Connecticut's O'Neill Center. “Sai, la musica mi manca. Ne sono stato lontano abbastanza, ed ho fatto tanti altri lavori che volevo fare. Penso mi sentirei pronto a fare un altro musical prima o poi.”
Il pensiero di Randy Harrison in un altro musical, specie se uno basato su un libro così famoso, è di certo qualcosa che fa riflettere, ma francamente io sarò felice finché ci sarà la possibilità di vederlo provare nuovi ruoli ogni estate al Berkshire Theatre Festival.
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Tradotta da Francesca e redatta da Marcy