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Riflettori su Randy Harrison

Venerdì, 27 luglio 2012

di: Michael Block
Fonte: theaterinthenow.com
Tradotta da: Marcy
Redatta da: nome

Nome : Randy Harrison

Città : Nashua, New Hampshire

Istruzione: BFA al CCM. Inoltre, tonnellate di insegnanti diversi in città. Sono stato praticamente sempre in classi diverse i primi 7 anni che ero a New York.

Esperienze Passate (scelte): Red (Ken, George Street Playhouse e Cleveland Playhouse), The Habit of Art (Stuart, Studio Theatre DC), Twelfth Night (Sebastian, Shakespeare Theatre DC), Waiting for Godot(Lucky), Ghosts (Osvald),The Who's Tommy(Tommy) al Berkshire Theatre Group, Wicked (Boq, Broadway).

Perché il teatro? : Ho cominciato ad esibirmi da bambino ed il teatro è sempre stato come una casa per me. Stare con gli attori durante le prove o sul palco è sempre stato uno dei pochi posti a cui davvero sentivo di appartenere ed in cui mi sentivo accettato. Quando ero più giovane ero attratto dagli aspetti più fantastici e magici del teatro. Amavo il fatto che dall’altro lato del proscenio ci fosse un mondo dove tutto quello che si poteva immaginare poteva esistere e dove le regole del vivere quotidiano non si dovessero applicare. Crescendo sono stato ispirato dagli aspetti poetici, sociali e politici che il teatro porta con se’. Vedere o leggere Kushner, Beckett, Shakespeare mi fa sentire più profondamente inserito nel mondo. Inoltre, alcuni dei momenti più catartici e personalmente ispiranti della mia vita si sono verificati mentre facevo parte di un pubblico e vorrei essere parte di questo per altre persone.

Parlaci di Silence! The Musical: Ha ha. Dopo che sono stato così profondo, parlerò di Silence! The Musical perché questa roba è davvero profonda. Silence! The Musical è una parodia non autorizzata e musicata de “Il Silenzio degli Innocenti!” e non sto scherzando. E’ follemente divertente, chiassosa ed indecente. Ho guardato un sacco di volte le prove prima di farne parte, e ridevo da morire ogni volta.

Cosa si prova a far parte di Silence! The Musical: E’ divertente. E’ rinfrescante per me fare il clown, perché è un aspetto della mia personalità che non ho avuto molte opportunità di esplorare professionalmente. Inoltre sto lavorando con amici che a mio parere sono davvero brillanti, quindi mi sento fortunato ogni sera a guardarmi intorno sul palco e vedere qualcuno che amo ed ammiro fare qualcosa di così idiota in maniera tanto esilarante che non posso fare a meno di spanciarmi. Ed il pubblico si diverte così tanto guardando lo spettacolo che ti senti veramente ricompensato.

Che tipo di teatro preferisci? Cosa o chi ti ispira in quanto artista?: Trovo difficile individuarne un tipo. Quando vado a teatro preferisco vedere qualcosa di personale, qualcosa di impegnato ed un po’ eccentrico. Mi piace essere sorpreso e quando si vedono spettacoli di continuo può essere difficile rimanere sorpresi. E’ bello essere ristorati e sfidati. Anche se il lavoro è confuso o proprio non funziona, trovo comunque il tentare ed il rischio molto più stimolanti di qualsiasi altra cosa. Gli attori mi ispirano. Quando incontri un attore con una lunga eclettica carriera alle spalle che è riuscito a fare alcuni lavori straordinari mantenendo un tetto sopra la testa ed i piedi per terra, è fottutamente di ispirazione perché non è facile e sai perfettamente che cosa ha dovuto sacrificare. Un'altra cosa che mi stimola sono i rischi ed i fallimenti. Le persone che non hanno paura, che non sentono il bisogno di aver ragione, o di essere bravi o di piacere.

Ruoli che vorresti interpretare?: Ho un sacco di “prima o poi”, qualche “magari presto”, ma in questo momento non ho assolutamente nessun “proprio adesso”. Uncle Vanya, Richard the Second, Hamlet, George in Sunday in the Park. Potrei recitare Beckett tutto il tempo, lo amo così tanto. Ho anche molta voglia di fare spettacoli nuovi e di lavorare di più con autori teatrali.

Qual è la tua canzone preferita tra quelle scritte per uno show?: Penso sia un pareggio tra “Move On” e “Rose’ Turn”.

Se potessi lavorare con qualcuno con cui ancora non hai lavorato chi sarebbe?: Isabelle Huppert.

Chi vorresti recitasse la parte di te in un lavoro su te stesso e quale potrebbe essere il titolo?: Vorrei qualche cosa come “Palindromi”/“Non Sono Qui”, merda ed ho un sacco di persone che potrebbero interpretare me. Tipo tutti i miei amici. Si potrebbe anche chiamarlo “Errori Accumulati” oppure “Incline agli incidenti”. Qualche cosa di questo tipo. Non so. Potrebbe dirigerlo Lynne Ramsey e potremmo fare un tour in Europa e nel Sud America. Tanto per dire.

Qual è il tuo più grande piacere nascosto?: “Dance Moms Miami”

Quale spettacolo hai consigliato ai tuoi amici?: “Dance Moms Miami”

Qual è il miglior consiglio che potresti dare a qualcuno che vorrebbe fare teatro?: Fallo. Cogli ogni opportunità. Fai il tuo lavoro. Non gasarti per questo. Conosci sempre ciò che ami.

E poi che succederà?: Non credo che si dovrebbe fare questa domanda agli attori perché di solito non lo sappiamo e dobbiamo inventarci qualche cosa al momento che ci faccia sembrare affascinanti e di successo. Quindi per quanto riguarda me credo il mondo delle megastar e qualche cosa che mi permetta di pagare le BOLLETTE. Vorrei anche lavorare all’estero. E tornare in televisione. E continuare a lavorare con Jenn Harris.





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